I CEO Manfredini e Fava

I CEO Manfredini e Fava: «L’anima di Soema è fatta di sacrifici, ambizione e traguardi»

L’azienda come non l’avete mai conosciuta.
I primi passi mossi negli anni ’70, il nome attuale nel 1985, fino ad arrivare ai nostri giorni: eccola raccontata dai suoi fondatori.

Tutte le aziende hanno una storia. Quella di Soema come e quando inizia?

Giuseppe Manfredini: «Nel 1976 abbiamo dato vita alla nostra prima esperienza imprenditoriale, che dopo 9 anni e varie vicissitudini, si è tramutata in Soema. Il primo spazio è stato in un capannone, nella zona industriale di Castelfidardo, nelle Marche».

Enzo Fava: «Abbiamo iniziato l’attività in proprio producendo i primi rubinetti a fotocellula, per poi fondare nel 1985 Soema. Durante lo studio del marchio, venne creata l’immagine dell’omino, diventata poi una sorta di mascotte».

Vi ricordate il vostro primo giorno in azienda?

Giuseppe Manfredini: «No sinceramente».

Enzo Fava: «Il primo di preciso no, ma ricordo i primi tempi quando abbiamo iniziato da zero, ricomprando le attrezzature come martello, sega, banco, per fare quelle cose semplici che servono per dare il via a un’attività».

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a fare impresa?

Giuseppe Manfredini: «La voglia di lavorare a qualcosa diverso, dando sfogo all’estro».

Enzo Fava: «L’attitudine a sviluppare un’idea, assumersi dei rischi facendo sacrifici».

Il prodotto: quali sono state le vostre prime scelte in merito?

Giuseppe Manfredini: «L’inizio è stato il produrre articoli particolari destinati a una specifica nicchia di mercato. Successivamente abbiamo cambiato direzione: l’obiettivo non era più essere un’azienda che fornisce beni in base a un capitolato d’appalto, ma una cui domandare un progetto nella sua interezza, fino alla consegna chiavi in mano. Vogliamo essere un’impresa che trova sempre la soluzione ideale per il cliente in tempi rapidi – vista la filiera corta data dalla progettazione e produzione interna di tutti gli articoli – e in maniera autonoma».

Enzo Fava: «Abbiamo iniziato realizzando prodotti a fotocellula per bagni e spogliatoi per poi passare a un progetto dello stesso tipo interamente chiavi in mano, fornito di progettazione, certificazione, montaggio e assistenza tecnica».

Quali sono i valori sui quali l’azienda è stata fondata, si è radicata ed è cresciuta?

Giuseppe Manfredini: «Il desiderio di eccellere e soprattutto fare ciò che gli altri non fanno».

Enzo Fava: «La forza di andare sempre avanti».

Tecnologia e artigianalità, come siete riusciti a combinare i termini di questa relazione?

Giuseppe Manfredini: «I prodotti sono variegati, ma non c’è una produzione di massa. Lavorare in maniera artigianale sia nella realizzazione degli articoli sia nei controlli, ci permette di avere un numero di resi quasi pari allo zero».

Enzo Fava: «Si tratta di due termini che sono alla base dei prodotti Soema, tecnologici ma realizzati artigianalmente, perché non c’è produzione industriale».

Cosa ha significato per voi fare innovazione?

Giuseppe Manfredini: «Creare prodotti diversi da quelli già esistenti nel mercato attraverso tecnologie di tutti i tipi e poi inventiva, ricerca e sviluppo».

Enzo Fava: «Partire da un’idea unica nel suo genere per realizzate poi un prodotto».

Se guardate al futuro di Soema, cosa c’è?

Giuseppe Manfredini: «Può esserci un tappeto rosso e una finestra aperta per guardare lontano!».

Enzo Fava: «Una crescita costante grazie a investimenti in risorse umane e nuove tecnologie».